RECOARO TERME

La Conca di Smeraldo 
foto di Maruzzo Stefano

Recoaro Terme, 7500 abitanti, in provincia di Vicenza, si trova a circa 500 metri sul livello del mare nella parte alta della Valle dell'Agno, ai piedi della catena delle Piccole Dolomiti, che racchiude ad anfiteatro la verdeggiante Conca di Smeraldo al cui centro sorge l'abitato urbano della cittadina termale. Dista 42 Km. da Vicenza ed è raggiungibile attraverso la strada statale 246 (uscita autostrada Serenissima al casello di Alte-Montecchio, 30 Km. da Recoaro).
Il suggestivo ambiente naturale, con percorsi che salgono dalle colline fin sulle guglie più alte che toccano i 2000 metri, offre molteplici opportunità per escursioni, traversate ed ascensioni alpinistiche, e costituì, tra l'altro, la "palestra" iniziale per le celebri imprese di Gino Soldà, nativo del luogo e conquistatore, nel 1954, della vetta del K2.

Recoaro Terme

Le FONTI Termali
Recoaro deve la propria fama principalmente alla presenza delle sue acque ferruginose che, scoperte e divulgate ancora nel XVII secolo, fecero della cittadina, soprattutto nel corso del secondo Ottocento, una stazione curativa e idrotermale tra le più rinomate d'Italia, frequentata durante l'estate dai più bei nomi dell'aristocrazia dell'epoca, da esponenti e personaggi illustri della cultura, della politica, dell'arte, tra i quali Giuseppe Verdi, Nietzsche, Giacomo Zanella, Radetzscky, Lamarmora, Mayerbeer, Ponchielli, molti membri della casa imperiale degli Asburgo e la Regina d'Italia Margherita di Savoia.
Fondati nel corso del XII e XIII secolo da gruppi di coloni bavaro-tirolesi, migrati massicciamente verso sud e portatori di una cultura germanica e di una parlata definita "cimbra", i centri abitati disseminati nella conca, tra cui il nucleo urbano centrale che avrebbe dato origine a Recoaro, sorsero dapprima come piccoli agglomerati di modeste dimore per quelle famiglie di boscaioli, minatori e dissodatori di terreni incolti che costituirono il primo ceppo di abitatori della zona, dediti alle attività silvo-pastorali e all'estrazione di metalli e minerali, particolarmente presenti e commercializzati soprattutto durante il XV secolo. Lo storico passaggio, da un tipo di economia montana di pura sussistenza ad un'organizzata e redditizia attività turistica, termale e ricettiva, si ebbe appunto con la valorizzazione delle fonti minerali e la realizzazione, attorno alla sorgente principale detta Lelia dal nome del suo scopritore nel 1689, il conte Lelio Piovene, di un vero e proprio compendio termale, dotato fra l'altro, a partire dal 1875, di uno stabilimento per le cure idro-balneo-terapiche all'avanguardia in Italia e competitivo, all'epoca, anche a livello europeo. Grazie al miglioramento dei collegamenti viari con il vicino centro laniero di Valdagno e la crescente fama delle acque curative, Recoaro vide rapidamente crescere e svilupparsi, attorno al vecchio nucleo centrale, una piccola ville d'eau con alberghi, locande, caffè e locali di intrattenimento che attirarono sempre più una clientela vasta e variegata alla ricerca di salute, relax e mondanità.
Intorno al 1920 fu avviata, nello stabilimento che sorge tuttora all'ingresso del paese, un'attività industriale di imbottigliamento dell'acqua minerale da tavola e delle celebri bibite con marchio "Recoaro" (Chinotto, Gingerino, Acqua Brillante, ecc.), mentre a partire dal secondo dopoguerra si registrò un progressivo mutamento nella tipologia dei villeggianti, via via più legati ad un sistema sanitario di cure convenzionate e con una provenienza a netta prevalenza padano-veneta.
Oggi Recoaro offre al turista e al curante un ambiente naturale e un patrimonio idrologico che, per le caratteristiche particolari del terreno e del sottosuolo, presentano una varietà e una quantità di aspetti del tutto singolari. Sono disponibili ed attrezzate per l'uso terapeutico nove sorgenti, cinque delle quali (Lelia, Lorgna, Amara, Nuova e Lora) sono situate nello stabilimento delle Fonti Centrali, mentre le rimanenti quattro (Giuliana, Capitello, Franco e Aureliana) si trovano in località distaccate. A seconda del contenuto e delle diverse proprietà, esse risultano efficaci nella cura di differenti disturbi tra i quali alcune malattie metaboliche e delle vie urinarie, sindromi iperuricemiche, cistiti, calcolosi, astenie, nevrosi, gastropatie e affezioni del fegato, reni, pancreas e vie biliari. Presso lo stabilimento delle Fonti Centrali sono inoltre disponibili: balneoterapia, fangoterapia, aerosol e inalazioni, trattamenti fisioterapici e assistenza medica.
Da vedere a Recoaro, oltre ai numerosi punti di interesse paesaggistico e naturalistico dei dintorni: lo stabilimento termale e il villino Tonello o Margherita alle Fonti, entrambe opere pregevoli (risalenti rispettivamente al 1875 e al 1865) dell'architetto Antonio Caregaro Negrin; il neoclassico Palazzo municipale, costruito nel 1849 da Luigi Dalla Vecchia e contenente nell'atrio un affresco del Leone di San Marco del secolo XV; la moderna Chiesa arcipretale nella piazza centrale opera di Giuseppe Vaccaro (1950), con all'interno una Via Crucis di Luciano Minguzzi e un pregevole mosaico del Cadorin; il nuovo museo
storico dedicato alla Vita del soldato nella Grande Guerra; il Parco pubblico Fortuna; le vie del centro con i numerosi manufatti.

Le Fonti Termali


Recoaro Terme (m 450, ab. 7466) è uno dei grandi centri termali d'Italia. La fama delle sue acque è in effetti di antica data: il conte Lelio Piovene ne divulgò le virtù già nel 1689, nel 1752 la Serenissima le dichiarò "bene pubblico" e già alla fine del Settecento cominciò lo sfruttamento idroterapico, che nel secolo successivo diede vita a numerosi impianti termali e a una notevole espansione alberghiera. Nel 1873 Antonio Caregaro Negrin unificò le varie sorgenti al centro dell'abitato in un unico 'parco termale' dalla imponente architettura eclettica, purtroppo solo parzialmente recuperata dopo i bombardamenti dell'ultima guerra.

L'insieme delle sorgenti Amara, Lelia, Lorgna, Lora, Nuova che costituisce attualmente il complesso idroterapico principale di Recoaro. A esse si aggiungono poi, a poca distanza, le Fonti Staccate (Aureliana, Capitello, Franco e Giuliana), formando un 'pacchetto' di offerte di cure termali - acque oligominerali, bagni, irrigazioni, inalazioni, fangature - di tutto rispetto. in stile liberty risalenti all'Otto e Novecento.


Una cornice naturale di rara bellezza. La bellezza paesaggistica di Recoaro Terme e delle Piccole Dolomiti nasce dal felice incontro di geometrie opposte: il mondo verticale delle guglie dolomitiche si oppone a quello orizzontale degli altopiani della Lessinia, dei Sette Comuni, e della grande pianura. Il vicino Pasubio vive nel ricordo della Grande Guerra. Sui monti che circondano la cittadina termale è presente una flora particolarissima. Le cime delle Piccole Dolomiti, assieme a quelle del Monte Baldo, del Pasubio, del Summano, sfuggirono, perchè emergenti, alle grandi glaciazioni dell’ Era Quaternaria e ospitano ancor oggi varietà botaniche preglaciali.
Grande interesse riveste anche il patrimonio faunistico dell’ area: è infatti possibile ammirare il volo del rondone alpino, del falco e della poiana, oppure quello del gallo forcello che vagabonda sui valloni selvaggi. E grande sarà la gioia se capiterà di vedere una coppia di aquile volteggiare nell’ azzurro del cielo. Tuttavia, ciò che ha reso celebre nel mondo la cittadina di Recoaro Terme, è la sua ricchezza di acque medicamentose. Ancor oggi le acque minerali costituiscono la sua principale attività economica, affiancata da una moderna e fiorente industria turistico-alberghiera.
Le acque minerali
La scoperta delle fonti risale alla fine del 1600 ed il loro sfruttamento ebbe inizio verso la metà del secolo successivo. Ben nove sono le fonti, cinque delle quali, le più importanti, hanno sede nello stabilimento centrale.
Caratteristica comune delle acque di Recoaro è quella di essere bicarbonato-alcaline, ma è di notevole importanza il fatto che tra esse vi sia un’ acqua oligominerale, la Lora, che può a buon titolo essere considerata un’ acqua medicinale, con specifiche indicazioni nelle calcolosi renali e sindromi iperuricemiche.
Le altre quattro appartengono al gruppo delle minerali, a più elevato residuo fisso.
L’ acqua Lelia, è particolarmente ricca di ferro ed è quindi utile in tutti i casi in cui sia richiesto un apporto aggiuntivo del metallo, nelle anemie ferrocarenziali in genere. L’ acqua Lora trova a sua volta indicazione corretta in talune patologie digestive, in paricolare nelle gastriti e colecistopatiche non calcolose ed in genere nelle dispepsie epatobiliari. L’ acqua Amara per il suo contenuto aggiuntivo di solfato di magnesio viene usata nei casi di stipsi cronica. La Nuova, infine, ha spiccate analogie con la Lora. La presenza del litio nelle acque medio minerali delle sorgenti Giuliana, Capitello ed Aureliana le rende adatte nel trattamento delle neurosi ansioso-depressive.
Nascita e sviluppo del centro termale
Il conte vicentino Lelio Piovene nel 1689 cominciò ad interessarsi ad una sorgente, ricca di gas, dal sapore gradevolissimo, contenente ferro, già conosciuta ed apprezzata dagli abitanti di questo incantevole luogo delle Prealpi venete: quell’acqua era detta “acqua miracolosa di Sant’Antonio”.
Dal giorno in cui il conte la scoprì, portandola al di fuori dei confini del paesino, le proprietà terapeutiche di quell’acqua cominciarono ad essere conosciute un po’ ovunque. Nel 1752 il Governo della Serenissima Repubblica di Venezia la dichiarò sorgente pubblica e a disposizione di tutti i suoi cittadini. Nel 1780 fu costruito l’edificio delle Fonti e fu creato il primo centro Termale della Repubblica Veneta. Recoaro fu frequentata dal bel mondo austro-ungarico fino al 1866 (passaggio del Veneto al Regno d’Italia) e poi dalla borghesia italiana. In quel tempo i signori e le signore che andavano a “passare le acque”, sono stati i primi turisti che hanno frequentato questa località. Ancora oggi Recoaro con le sue architetture libere, gli spazi a giardino, mantiene quell’aspetto tipico delle ”villes d’eau” molto in voga negli anni Trenta.
Le terapie dell'acqua
Recoaro Terme ha il privilegio di possedere un complesso termale di alta potenzialità, dotato di una preparata equipe sanitaria e delle più moderne attrezzature mediche e fisioterapiche, ed è quindi in grado di offrire garanzie di prestazioni assai valide durante tutto l’arco della cura. Come già accennato prima, sono presenti nove tipi diversi di acque minerali che, prese per bibita, svolgono proficua e favorevole attività in varie malattie del fegato e delle vie biliari e digestive. L’acqua oligominerale, la Lora è, inoltre, indicata per le terapie renali. Altri tipi di terapie, praticate presso le Fonti centrali, integrano attivamente le cure idropiniche: Le cure inalatorie Risultano efficaci nelle malatie delle vie respiratorie (sinusiti, faringiti, tonsilliti, tracheiti, bronchiti, asma bronchiale e allergica).
La balneoterapia Ha effetti benefici nelle malattie della pelle, negli stati post-traumatici della muscolatura e delle articolazioni, nei reumatismi cronici e nelle nevriti. La fangatura d’ocra E’ un deposito spontaneo delle acque minerali; è indicata nella cura delle epatopatie, colecistopatie ed è utile nelle malattie delle articolazioni e dell’ apparato locomotore.


RECOARO MILLE
Foto di Piero Molon


La vicina località sciistica di Recoaro Mille è un'importante stazione invernale e luogo di villeggiatura estiva, dotato di vari impianti di risalita con cui si può raggiungere anche Monte Falcone (m. 1620), pure attrezzato per lo sci di discesa ed omologato FISI, dove si svolgono molte competizioni sciistiche.
La stazione sciistica è attualmente gestita dalla Cooperativa Conca d’oro.
A Recoaro Terme, vista la conformazione del territorio, da sempre nel periodo invernale i montanari erano costretti ad utilizzare delle tavole di legno per potersi muovere fra le contrade per scambiarsi quel poco che avevano per mangiare. Si crede che lo sci inteso come modo di spostarsi esista praticamente da sempre nel nostro paese. Effettivamente i racconti dei nonni e bisnonni avvalorano la nostra tesi sull'utilizzo di questi mezzi per spostarsi. Comunque il concittadino sicuramente che ha contribuito allo sviluppo dello sci di fondo nella conca di Smeraldo è stato il mitico Gino Soldà. L’Altopiano delle Montagnole, in veste invernale, mette a disposizione dell’appassionato dello sci di fondo un circuito di 25 km di piste immerse in un ambiente naturale selvaggio e spettacolare. La pista da fondo è gestita dal Centro fondo “Le Montagnole” (http://www.scifondorecoaro.it)

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La pista “Tunche” di Recoaro 1000 illuminata

  

MOSTRE E MUSEI

Il Bunker di Comando tedesco (Recoaro Terme - Fonti Centrali) è aperto tutti i giorni, presso le Fonti Centrali, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 18 con mostra fotografica all’interno.

Il Museo della Vita del Soldato, (Recoaro Terme - via Vittorio Emanuele), è aperto alle visite il Sabato dalle 16 alle 18 e la Domenica dalle 16 alle 18
                                                                                                                                                                    
Testi tratti in parte da: http://www.recoaroterme.com
Foto di Nicola Perin

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