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Nuovo tragico INCIDENTE in Montagna
TRAGICA SISILLA – CHIUDERE LA MONTAGNA?

Campogrosso 11.11.17
Profondamente colpiti e rattristitati da quanto accaduto in Sisilla pubblichiamo questo scritto di Bepi Magrin come piccolo approfondimento sulla problematica. Perché a seguito delle tragedie è sempre importante capirne le dinamiche qualora si possano salvare altre vite umane, suggerendo particolare attenzione o intervenendo sul terreno (sistemazione percorso, posa attrezzature, segnalazioni ecc.). 
Però l’idea di chiudere le montagne con ordinanze comunali o con recinzioni e cancelli di sbarramento riduce la libertà di ogni individuo di poter usufruire in totale libertà gli spazi comuni (territori demaniali) al pari dell’aria che si respira e dell’acqua potabile (!?).
Non entriamo nel merito di esperienza e responsabilità perché il discorso diverrebbe lungo e fuori tema. 
Facciamo una sola riflessione su alcuni incidenti avvenuti su percorsi escursionistici considerati facili e probabilmente evitabili con una minima percezione del rischio, semplicemente rinunciando e tornando indietro appena se ne fosse intuita la pericolosità. La percezione del rischio è un fattore soggettivo, le persone inesperte sono più soggette agli errori di valutazione ma vi sono anche casi di persone teoricamente esperte che hanno subito conseguenze di scelte errate.
Il fenomeno preoccupante è… che la maggior parte dei giovani oggi, sebbene acquisiscano conoscenze teoriche ben maggiori del passato, abbiano però poco senso pratico (una volta eravamo tutti figli di contadini, artigiani, muratori, si usavano numerosi attrezzi da lavoro senza tanti mezzi di protezione, si faceva semplicemente attenzione a come muoversi). Per i giovani di oggi, smarthphone, giochi elettronici ma non solo, concorrono a rendere virtuale una realtà che in montagna invece prevede pericoli reali e concreti. Manca l’educazione al pericolo e quindi non può esserci corretta valutazione del rischio. Non è colpa dei giovani, ma di un fenomeno sociale diffuso che bisognerà considerare attentamente negli anni futuri. Perché per i futuri neofiti potrebbe esservi una esponenziale esposizione al pericolo e un considerevole aumento delle tragedie in montagna.
Torniamo invece al merito delle tragedie avvenute sulla Sisilla, Bepi Magrin ci segnala il particolare che le modalità sembrano perfettamente simili…identico punto di caduta… originato probabilmente dallo stesso punto sommitale… 
Questo fatto può essere significativo per poter meglio ricostruire il funesto evento e attuare iniziative utili ad evitare ulteriori tragedie…
Tarcisio Bellò

“INCIDENTE SULLA SISILLA…
Mi riferisco a quanto pubblicato ieri circa la tragedia della Sisilla, per segnalare quanto segue, specialmente in merito a ventilate chiusure del sentiero, lavori di messa in sicurezza ecc:
Ero sul posto nel momento della morte del povero Matteo, (avvenuta circa un quarto d’ora dopo la caduta) e porgo le più sentite condoglianze alla famiglia.
Chiunque abbia salito almeno una volta la cima, sa perfettamente che dal tracciato del sentiero è IMPOSSIBILE cadere sul davanti della parete, salvo a scavalcare la recinzione della statua!
La caduta è avvenuta dai massi a sinistra (per chi sale), della statua, dove una serie di cubi di roccia intervallati da mughi e (forse al momento dell’incidente) coperti da un velo di ghiaccio si trovano in direzione SE e più precisamente dove una targa di bronzo ricorda l’apertura della via dedicata ad “Alberto Maltauro”, aperta da chi scrive con G. De Dea e poi Perlotto molti anni fa. L’evidente colatoio nero ben visibile a destra nella parete ne segna la direzione.
Il luogo è fuori dal sentiero di circa una ventina di metri ed una specie di piccolo imbuto tra i massi, coperto da rami ed erba, nasconde il vuoto sottostante della parete. In tale punto è caduta anche la ragazza padovana, precipitata a due metri dal punto dove è caduto Matteo.
Matteo era normalmente equipaggiato per la montagna e non si può imputare all’abbigliamento, la disgrazia. La mia multi decennale esperienza di soccorso alpino e di alpinismo mi dice che si è trattato quasi certamente di inciampo o scivolata…(ghiaccio?) dunque pura fatalità!
Non ha dunque alcun senso che si parli di chiusura del sentiero, quest’ultimo, vista la forte frequentazione, nei suoi ultimi 50 metri (dalla selletta in su) andrebbe meglio sistemato con corrimano e qualche scalino metallico, ponendo alla sinistra della statua, fuori dal tracciato, un evidente cartello che segnali la pericolosità del luogo per chi si porti fuori dalla traccia.”
Con la pena di un padre per una tragedia immane… 
Bepi Magrin (guida alpinistica)
Tratto da Facebook


La Montagna non è una sfilata di moda, o la conoscenza alfabetica di tutte le ferrate esistenti, né tanto meno dei tempi di percorrenza delle stesse; la Montagna non è la pista da sci da 2000 sciatori/ora, la cabinovia, la funivia, lo ski-lift, e neanche il rifugio-albergo 3 stelle con scale anti-incendio e TV a colori.
(Livio Lupi)

UFFICIO TURISTICO INCOMING

Bisognerebbe forse meglio sensibilizzare ed informare bene sui PERICOLI della montagna, soprattutto i luoghi più a rischio invasi dalla massa della cittadinanza che si spinge nei weekend dai paesi di fondo valle alla ricerca di fresco d'estate ed un bel momento rilassante d'inverno, non sempre consapevoli che la montagna bisogna sempre temerla, e quindi serve sempre molta prudenza (parliamo anche degli automobilisti che molte volte non rispettano le semplici normd di buon senso, le agevolazioni mancate verso chi è più in difficoltà nel salire).
Per questo torniamo a ribadire la necessità di un Ufficio Turistico "INCOMING" che oltre a dare informazioni sul Comprensorio, metta a disposizione le Guide Alpine esperte  che accompagnano gli escursionisti, e nel frattempo far crescere anche la cultura attraverso libri e materiale illustrativo circa i pericoli e la sicurezza in montagna.
Piero Molon
Presidente Associazione Turistica Piccole Dolomiti







NASCERÀ L’ALTA VIA DI GUERRA
Pasubio, Cimone, Asiago e Grappa


Sara Panizzon  23.08.2017
Le Prealpi vicentine sono un museo a cielo aperto dove, oltre alle bellezze naturalistiche, i visitatori possono ammirare molteplici testimonianze storiche, tra cui forti, sacrari e trincee, che evocano battaglie e ricordi dell'evento che ha maggiormente segnato questo territorio: la Prima guerra mondiale. Per valorizzare manufatti bellici e luoghi sacri, il Comune di Schio e l'Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni hanno ideato il progetto "Alta Via della Grande Guerra delle Prealpi vicentine", itinerario grazie al quale saranno collegati i quattro principali sacrari della Provincia: Pasubio, Cimone, Asiago e Grappa. Progetto e prospettive saranno illustrate venerdì 25 agosto, alle 21 nel lanificio Conte di Schio, da Manuel Grotto, ideatore dell'itinerario nonché membro del Comitato scientifico regionale per la celebrazione del 100° della Grande Guerra. Grotto è stato invitato in concomitanza alla mostra "La Strada delle Gallerie ha 100 anni" in corso sino al 24 settembre a palazzo Fogazzaro a Schio.
Tratto dal Giornale di Vicenza

Adesione al progetto "Alta Via"

Silvia Dal Ceredo  22.08.2017

Con uno stanziamento di circa 6 mila euro anche il Comune di Torrebelvicino aderisce al progetto intercomunale "Alta via della Grande Guerra delle Prealpi Vicentine", un percorso che unisce i quattro sacrari simbolo della provincia di Vicenza (Pasubio, Cimone, Asiago e Grappa), attraverso la sistemazione e tabellazione di percorsi escursionistici, nonché il recupero di alcuni manufatti di pregio siti lungo l’itinerario.
Tratto dal Giornale di Vicenza


Una teleferica lunga 400 metri 
a Campodalbero

CRESPADORO 30.4.17
Arriva dal Trentino mezzo milione di euro per riqualificare Campodalbero.
Si tratta dei fondi ottenuti grazie ai fondi destinati a Comuni confinanti con le Province di Trento e Bolzano e buona parte di questi fondi verranno investiti per il turismo. Grande novità ed attrazione per i cittadini sarà infatti zip line, l’emozionante teleferica sospesa nel vuoto, dove si potrà provare l’ebbrezza del bel percorso aereo su fune, collegando il nuovo parcheggio alla curva del Tangaro. 
Si tratta di un percorso con una lunghezza di 400 metri sospesi sul verde, e un’altezza che varia dai 20 ai 50 metri. Attrazioni del genere stanno riscuotendo crescente successo nelle zone montane. 
Tratto dal Giornale di Vicenza

“Vajisti route”
una nuova via nelle Piccole Dolomiti


“Vajisti route” è il nome della nuova linea aperta da Tarcisio Bellò e Nicola Rinaldo nelle Piccole Dolomiti.
Non solo una via, ma anche una meravigliosa esperienza alpinistica ed un’arrampicata che suggella anche una bella amicizia fra compagni di cordata.
Il nome ‘Vajisti Route’ ha lo scopo di esprimere la visione degli arrampicatori di misto invernale che si avvalgono di piccozze e ramponi sfruttando tutte le possibilità offerte dalle Piccole Dolomiti. Un approccio tecnico che entrambi gli scalatori già da due anni cercano di trasmettere attraverso le serate di ‘Avviamento al Vajo che Passione’.
Gruppo del Fumante – Piccole DolomitiTarcisio Bellò, Nicola Rinaldo, 18 marzo 2017
Unendo rigole di neve e ghiaccio a due pendii nevosi il percorso si conclude risalendo una parete quasi verticale e infine la cresta sempre con bella arrampicata, ben proteggibile a friend e chiodi.
La via presenta difficoltà massime di IV, IV+, sul quarto tiro per collegarsi al secondo nevaio, e sul tiro finale che conduce in cresta per risalire un breve tratto verticale, per il resto impegno abbastanza omogeneo e vari tratti di III che richiedono buona tecnica e capacità di individuare i punti dove proteggersi.
Lasciati tre chiodi alle soste e due vecchi chiodi di Ruggero Daniele e Giannino Scorzato della via dello Spigolo Nord realizzata da il 22 dicembre 1974. Complimenti per la loro scalata invernale in cui sicuramente avranno incontrato difficoltà anche maggiori delle nostre.
Dall’antecima della Guglia Berti si scende in doppia, meglio fare due tratti da 35-40 m per ritornare al pendio del Prà degli Angeli.
TRATTO da MONTAGNA.TV

17.09.2016 INAUGURAZIONE del PONTE TIBETANO sulla STRADA del RE

PASSEGGIATA VIDEO sul PONTE TIBETANO

Grande Guerra, il "business" è già iniziato

A un anno e mezzo dal via delle celebrazioni per i centenari del periodo bellico 1915-1918 enti e comuni sono già al lavoro. Gli addetti ai lavori non hanno dubbi: un'occasione da sfruttare anche dal punto di vista turistico

(C.R.) Quattro anni, cioè dall'inizio del 2015 alla fine del 2018, in cui celebrare il secolo della Grande Guerra che ha avuto nel Vicentino buona parte degli scenari più cruenti. Per gli addetti ai lavori che abbiamo intervistato, deve essere sfruttata anche dal punto di vista turistico in una terra, quella vicentina, che ha rappresentato il fulcro - dall'Altopiano di Asiago al Grappa, sino al Pasubio - del primo conflitto mondiale. Ecco che cosa è emerso.
TRATTO dal GIORNALE DI VICENZA

Sul PASUBIO alla scoperta delle FORTIFICAZIONI tra le ROCCE


PASUBIO A PEDAGGIO?

Enorme frana al Sengio Alto, crolla un pilastro di 100 metri dal monte Cornetto

Frana sul Monte Cornetto, crolla un pilastro di roccia

VALLI DEL PASUBIO, Vicenza — Un enorme pilastro di roccia si è staccato ieri dal monte Cornetto, cima di 1900 metri nella Catena del Sengio Alto, nelle Piccole Dolomiti. Il blocco, alto 100 metri con una base di circa 50 metri, ha interessato il Vajo Stretto, la via normale attrezzata che porta in cima alla montagna.
La via del Vajo Stretto, solitamente molto frequentata, parte dall’Ossario del Pasubio e sale in cima al monte Cornetto dal versante nord est, coprendo un dislivello di salita di 750 metri. Fortunatamente ieri non c’erano persone sul percorso che è stato investito dalla grossa frana caduta nella mattinata. Il materiale si è riversato a valle e un enorme masso è rotolato sulla diramazione della provinciale che conduce all’Ossario prima di proseguire la sua corsa.
Il distaccamento ha dissestato la sede stradale bloccando alcune auto, rimaste isolate fino all’intervento dei soccorsi. Pertanto il Comune di Valli del Pasubio ha emesso un’ordinanza di chiusura del tratto stradale. Sul posto sono intervenuti anche gli uomini del Soccorso alpino di Schio che hanno compiuto un sopralluogo per verificare non vi fossero persone coinvolte.
Un’altra grossa frana si è staccata nelle scorse ore sull’Appennino Emiliano, dalla Pietra di Bismantova Salvo. Il distacco, avvenuto pare a causa di un’infiltrazione di acqua, ha avuto un’ampiezza di circa 100 metri cubi ed è sceso ai piedi del sentiero che conduce alla ferrata degli Alpini, lungo il costone di roccia. A dare l’allarme è stato un tecnico del soccorso alpino che ha udito il clamore dopo essere passato da poco dal punto in cui è caduta la roccia. Sul posto si sono recati i Vigili del fuoco di Castelnovo Monti, che hanno chiuso il sentiero. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, la frana avrebbe colpito una bombola di gas interrata, pertanto i pompieri avrebbero chiuso la zona per metterla in sicurezza.


ROTOLON e ALLUVIONE a VICENZA 6 anni dopo

Famiglie vedette per monitorare le frane al Rotolon


ALLUVIONE A VICENZA 31.10.2010


17.09.2016 INAUGURAZIONE del PONTE TIBETANO sulla STRADA del RE

L'apertura al pubblico del Ponte a corde, curato dell'Arch. Carlo Costa, sarà domenica 18 settembre.
Ufficialmente verrà inaugurato sabato 17 settembre alla presenza delle autorità invitate.
www.viapasubio.it
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